mercoledì 29 febbraio 2012

La Gioconda del Prado in mostra fino al 13 marzo

La Monna Lisa madrilena - il caso artistico dell'anno - resterà in esposizione al Prado fino al 13 marzo, per poi volare per qualche tempo al Louvre, dove sarà esposta in occasione della mostra L’ultime chef-d’œuvre de Léonard de Vinci, la Sainte Anne, che verrà inaugurata il 29 marzo.

Ma com'è avvenuta la sensazionale scoperta?






Ogni museo realizza costantemente studi ed investigazioni sui dipinti in suo possesso ed in taluni, rarissimi casi, un mero ed ordinario lavoro di ricerca - condotto su opere catalogate di minor importanza - può generare delle rivelazioni straordinarie, com’è successo recentemente con la eclatante scoperta di una nuova Gioconda.

Fino a pochi mesi fa gli esperti del Prado non nutrivano sospetto alcuno sull’importanza di una copia della Gioconda in loro possesso, giacente tra i fondi di magazzino tra le collezioni del ‘600, archiviata come una volgare imitazione di origine olandese o fiamminga.

L’argomentazione principale a sostegno di questa tesi riguardava il materiale con cui era stata costruita la tavola: legno di quercia, mentre i maestri fiorentini solevano utilizzare il legno di noce. Inoltre, un altro elemento che aveva contribuito a “confondere le acque”, era lo sfondo del ritratto, completamente nero.

L’opera divenne oggetto di studio quando il Museo del Louvre, nel 2010, in occasione della prossima mostra L’ultime chef-d’œuvre de Léonard de Vinci, la Sainte Anne, chiese al Prado della documentazione specifica riguardante la loro copia della Gioconda, che divenne, così, oggetto di una nuova e più approfondita analisi, eseguita attraverso le più moderne e sofisticate tecnologie.

Un'operazione di rimozione della vernice nera del fondo ha portato, allora, alla luce i tratti inconfondibili di quel paesaggio toscano da cui occhieggia, maliziosa, la sorridente Monna Lisa e si è scoperto, inoltre, che il materiale utilizzato per la tavola non è il legno di quercia, come si riteneva in precedenza, ma di noce.

Lo studio condotto sull’opera ha indotto gli esperti del Prado a teorizzare non solo che il ritratto sia coevo a quello dell’autentica Monna Lisa (ossia dipinto tra il 1503 e il 1506), ma addirittura che siano stati realizzati in contemporanea.
Si può dimostrare che la copia sia stata dipinta in parallelo all’originale, grazie ad uno studio comparato sulle correzioni. Le modifiche apportate da Leonardo, infatti, vengono esattamente replicate nella copia. In particolare, l’analisi sulla posizione delle dita e sul contorno del velo corrobora la tesi che l’autore della copia seguì gli stessi passi del Maestro.
Altro elemento che gioca a favore della tesi sostenuta dagli esperti del Prado è la grandezza dell’opera. Le misure sono quasi identiche: 76x57 cm quella del Prado e 77x53 cm quella del Louvre.
Per quanto riguarda l’autore, si scommette su uno degli allievi prediletti da Leonardo. In ballottaggio due nomi, quelli di Francesco Melzi e di Andrea Salai, con una certa propensione verso il primo.

Successivamente al restauro, durante un convegno tra tecnici alla National Gallery di Londra, Ana Gonzales Mozo, ricercatrice del Museo del Prado, annunciò la sensazionale scoperta. 
Sembra che lo staff del Prado avesse intenzione di divulgare il tutto in un evento di presentazione previsto per il 23 febbraio, non sospettando che un giornalista fosse presente al convegno, pronto a filtrare subito la notizia.
A Martin Bailey, della rivista britannica The Art Newspaper, è stata servita, così,  un’esclusiva mondiale.

In cosa differiscono le due opere?

Nel “gioco delle somiglianze e delle differenze” tra l’una e l’altra Gioconda si sono cimentati esperti e curiosi.

Secondo Miguel Falomir,  capo del  Departamento de Pintura Italiana del Renacimiento del Museo del Prado, l’elemento principale di differenziazione fra le due opere riguarda le sopracciglia: la Monna Lisa del Louvre non le ha, mentre l’altra sì. Inoltre, il viso della Gioconda madrilena è più allungato rispetto all’altro.
I due dipinti, infine, mostrano evidentemente una differente cromìa: nella Gioconda di Leonardo predominano le terre, mentre in quella del Prado i colori sono più chiari e più vivaci.
A questo proposito, però, va tenuto conto che il dipinto del Prado si trova in uno stato di conservazione migliore rispetto all’altro, tanto che la Monna Lisa madrilena dimostra molti meno anni rispetto alla sua “sosia” parigina, che accusa maggiormente i segni del tempo. Ne consegue che la Gioconda del Prado risulti molto più “luminosa” rispetto all’altra.
Ad ogni modo, i noti e straordinari effetti di chiaroscuro impressi da Leonardo non sono assolutamente replicabili e rendono ancora adesso, quel sorriso, così affascinante.

2 commenti:

  1. Trovo che sia comunque bellissima e che quella di Leonardo, oltre alle evidenti differenze, metta un pò di inquietudine!
    Ciao!

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  2. Jaja, le trovo entrambe stupende, ma resto affezionata a quella leonardesca, e a tutto l'intrigo che c'è dietro..ciao!!!

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