giovedì 8 marzo 2012

Il Condominio Almodovariano

Poco fa ho incrociato nell’atrio la signora Maria Josè, la svitata del palazzo, che rientrava dalla sua passeggiatina pomeridiana indossando, come sempre, un vivace pigiama rosso a fiorellini color crema.  

La signora mi ha domandato, come sempre, se fuori erano già stati posizionati i bidoni della spazzatura* ma, prima che potessi sfoderare il più biascicato dei miei “non so”, è spuntata dal nulla l’amministratrice dello stabile, la signora Maria del Pilar che - non so come sia possibile - si materializza ogniqualvolta un discorso verta su questioni di regolamento condominiale. 




La signora Pilar - bassina e corpulenta, con i  capelli corti di un colore aranciato che sfuma sul rosso aragosta - ci fa presente che il ritardo nel posizionare i bidoni, da lei appena constatato, è dovuto all’indolenza del giovane figlio della nipote del cognato della cugina della parrucchiera del primo piano - incaricato di portare fuori i raccoglitori ogni sera, e che, ogni sera, immancabilmente se ne dimentica - che verrà redarguito a dovere.
In quel momento, si apre la porta dell’ascensore ed appare lo spilungone moro che tutte le sere dispari della settimana esce, sacca in spalla, per andare agli allenamenti di basket. 

Un lampo di fuoco illumina le lenti della occhialuta signora Pilar, che gli si para innanzi bloccandogli il passo, gli punta contro il dito indice ed inizia ad accusarlo di aver compiuto, lo scorso sabato notte, dei gravissimi atti vandalici a danno di beni condominiali. Il ragazzo le risponde, con voce roboante ed un marcato accento andaluso, dichiarandosi completamente estraneo ai fatti, ma la signora, più tosta del Giudice Amy, smonta la sua versione, dicendo di avere una prova-video che lo inchioda. Le telecamere di sorveglianza, infatti, lo hanno ripreso mentre graffitava l’ascensore. 

A quel punto, la conversazione prende a viaggiare su toni sempre più alti ed attira l’attenzione di altri condomini, ben felici di uscire sui pianerottoli in pantofole e bigodini, prima per orecchiare e poi, in caso, per prendere parte attiva alla tragicommedia della settimana

Il guazzabuglio di voci si fa sempre più intricato e decido di squagliarmela, lasciando l’aspirante cestista alle sue sorti.

Questo episodio mi ha ricordato che, in un precedente post, avevo parlato diffusamente degli agi e dei confort di cui è dotato il grazioso appartamento in cui abito, ma non avevo fatto cenno alla variegata e colorata gamma di tipi umani che popolano il nostro condominio.

Vivo ormai da un anno e mezzo in questo palazzo e sono giunta alla conclusione che i personaggi che ne fanno parte siano stati caratterizzati prendendo a modello i protagonisti dei film di Almodóvar (o forse viceversa?). Le caratteristiche fisiche e caratteriali, le abitudini comportamentali, le storie che mettono in scena ogni giorno mi ricordano moltissimo le atmosfere almodovariane, e quel miscuglio di realismo e di surrealismo, di dramma e di grottesco, di comico e di melodrammatico tipico della sua cinematografia.

Il mio non è solo un condominio dove tutti sanno tutto di tutti - perché magari c’è chi ausculta le pareti e chi occhieggia dallo spioncino - ma un vero e proprio habitat comune dove gli inquilini conducono una vita quotidiana condivisa,  grazie ad una pressoché totale disinvoltura nel vivere pubblicamente il privato, e complice lo spessore quasi nullo delle pareti divisorie, equiparabile solo a quello della carta velina.

I Tacchi a Spillo delle ragazze del 3-D sono soliti seguire il ritmo del battito delle fruste delle nonnine del piano di sotto, dedite ogni sabato mattina alla preparazione di quantità industriali di tortilla, atta a sfamare il nipotame domenicale ed onnipresenziare le tavole di tutto il parentame per la settimana a venire.
Lo sfrigolio delle uova e l’odore untuoso della tortilla stimoleranno gli appetiti della coppia del 5-E, una coppia di grido, famosa per possedere un Indiscreto Fascino del Peccato, dedita corpo e anima a delle consuete, prolungate, ritmiche ed estenuanti performance che arriveranno, nel momento del climax, a mietere gli applausi ed i fischi d'ammirazione dei ragazzi del 3-B, quelli tacciati di Mala Educación dall'amministratrice condominiale, rei di aver compiuto misfatti notturni sotto l'occhio implacabile delle videocamere di sorveglianza, istallate dal sedicente marito di lei, a sua volta noto per una storica frase, pronunciata in piena notte, in un giorno qualunque della settimana, con cui costui squarciò il silenzio del palazzo dormiente per minacciare il manipolo di fiesteros in questione che avrebbe chiamato nientedimenochè la Commissione Europea (!!!) se non avessero immediatamente smesso di picchiare le nocche sui muri, attività, peraltro, perpetrata con lo scopo di attirare l'attenzione di Pepi, Luci, Bom e le Altre Ragazze del Mucchio, dell'appartamento accanto.

Queste ultime, brillano fra tutti i condomini per il loro grande altruismo. Riescono, infatti, a trovare quotidianamente il tempo - nella loro vita d’indaffarate studentesse – di allietare l'ora della siesta con distensivi e concilianti sottofondi musicali. Il tema cambia ogni settimana e questa volta è il turno della musica disco anni ’80.

La mia vicina preferita resta, comunque, la tenera vecchietta che vive nell’appartamento che confina con la mia camera da letto. Riesco a sentire con perfetta chiarezza anche il "tic" dell'interruttore della luce quando la spegne per andare a dormire.

Un giorno la incontrai sul pianerottolo, assieme ad altre inquiline coetanee, mentre commentavano i tremendi schiamazzi notturni del fine settimana. La dolce vecchietta si complimentò con me e con la mia coinquilina, dicendo di ritenersi fortunata di confinare con noi, così silenziose e discrete. Ci raccontò che vive in quella casa da tutta la vita, un’eredità di famiglia che si tramanda di generazione in generazione. Ci disse, poi, che non aveva intenzione di presentare rimostranze per i rumori notturni causati dai ragazzi della huerga** e ci confidò di trovarsi benissimo in questo condominio, in quanto il chiasso quotidiano degli esagitati vicini non era  un problema per lei, essendo diventata, ormai, quasi completamente sorda.

La salutammo e rientrammo in casa, per iniziare la solita routine di gesti giornalieri e dialoghi consolidati, tipici di due Donne sull’Orlo di una Crisi di Nervi, che guardano alla sera il soffitto con un solo motto in mente: ¿Qué he hecho yo para merecer esto!***

NOTE
*I raccoglitori della spazzatura vengono collocati fuori ogni sera in un orario prestabilito, e poi riportati nel palazzo. Ogni edificio ha i suoi. Il motivo per cui si fa tutto ciò è la salvaguardia dell'estetica urbana.
** Huerga è sinomino di fiesta.
***Trad. "Che cosa ho fatto io per meritarmi questo?"

2 commenti:

  1. Poco fa, entrando sul mio blog, ho guardato l'elenco di quelli aggiornati e il mio commento é stato "uuuuh, ma la precaria ha scritto!". Mi son fiondata a leggere con un'aviditá pazzesca e come sempre, dacché ho scoperto questo blog per caso, le tue avventure sono avvincentissime.

    Oltre ad Almodovar (tra l'altro, nel corso dei miei vari trascorsi iberici, sono incappata piú volte in personaggi che potrebbero tranquillamente fare parte di qualche suo film spingendomi, a volte, a dedurre che i casting per i lungometraggi di Pedrito siano piú facili di quanto si tenda a pensare).. ma, vabbé. Dicevo: oltre ad Almodovar le vicende umane dei tuoi condomini mi hanno ricordato un po' la serie "no hay quien viva". E a questo punto devo confessarti che , in tutta la mia vita, ne avró vista si e no una puntata, manco completa, quindi i paragoni che posso fare si limitano piú che altro all'idea della trama e a qualche scena vista di sfuggita. Peró, boh, magari prova a guardarla, se ti capita! :)

    Besos a te e a tutti i tuoi bizzarri vicini!

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  2. ahah sì, penso sempre anch'io che per i casting non abbiano tante difficoltà! In effetti ho visto quache puntata di "No hay quien viva", e ci sono, anche lì, delle affinità!!

    Besazos a ti!

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