mercoledì 9 maggio 2012

Incantesimo Salmantino

Tutto è iniziato qui, e tutto torna.

Salamanca, città preziosa, è incastonata tra le pianure della Castilla y León. Ha un aspetto algido ed un profilo nobile. Brilla di una luminescenza dorata, che col buio diventa bagliore, un bagliore ammaliante, dal potere incantatorio.

Il Fiume Tormes, che la cinge intera, ne sorveglia i confini, e bisbiglia all’orecchio del viaggiatore ignaro, mormorandogli promesse di tesori celati e sussurrando leggende di antico sapore.


Per Salamanca, città d’argento, passa la Ruta de la Plata, con cui i romani unirono il nord e sud della Spagna.

Per Salamanca, città colta, passa anche il Camino de la Lengua Castellana. Qui fu redatta la prima Grammatica della Lingua Castigliana, qui fu fondata la prima Università di Spagna, una delle più antiche e prestigiose d’Europa.

Salamanca, città dorata, armonizza in sé lo stile gotico, il romanico, il barocco, ed il plateresco, grazie alla pietra di Villamayor, con cui tutti i monumenti sono stati costruiti. È una pietra, questa, dalle virtù magiche, ed è il fulcro dello splendente potere fascinatorio esercitato dalla città.

Non importa se ha assunto la forma di una conchiglia o di un capitello, se si è tramutata in cattedrale o in monastero, se si è trasformata in una foglia, in una rana, o se ha assunto le fattezze di un astronauta smarrito nello spazio. Allo spuntare del tramonto la pietra si convertirà in oro.

Salamanca, città incantevole.






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