Una lavoratrice precaria, quando abita lontano dal paese natìo,
non può che avere precaria dimora.
Che sia casa o camera in affitto, ciò varia a seconda delle disponibilità economiche. Più spesso si tratta di una camera in un appartamento coabitato da un numero variabile di inquilini, che condividono, più o meno, lo stesso stile di vita, improntato sulla più assoluta mancanza di certezze che abbraccia ogni ambito della vita quotidiana, e che a volte si trasferisce misteriosamente, come per osmosi, agli oggetti che ne fanno parte.
L’intonaco del soffitto della mia
camera in affitto, per esempio, ha sicuramente assorbito la instabilità della mia situazione ed è diventato incerto anch’esso, essendo da due anni, infatti,
sospeso penzoloni a pochi palmi dal mio naso, indeciso se collidere a terra o
restare aggrappato ad un ultimo, tenace millimetro quadrato di speranza.